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Istat, il non profit continua a crescere soprattutto al Sud

Presentati a Bertinoro i dati aggiornati al 2019 del censimento permanente; la “crescita inarrestabile” rallenta il passo, con più di 360mila enti attivi (+ 0,9%) mentre è costante l’incremento dei dipendenti (860mila, +1%); al sud record di giovani associazioni

Il non profit continua a crescere anche se rallenta un po’ il passo rispetto agli anni precedenti: nel 2019 sono 362.634 le organizzazioni attive in Italia, con un incremento solo dello 0,9 per cento rispetto al +2,6 per cento rilevato tra il 2017 e il 2018. L’incremento dei dipendenti – 861.919 – si mantiene invece costante all’1%. Da specificare che anche in questo aggiornamento del Censimento non è presente il dettaglio sul numero dei volontari il cui ultimo aggiornamento risale al censimento del 2015.

 


andamento istituzioni
Crescita delle Istituzioni non profit e dipendenti dal 2011 al 2019 (Fonte: Istat)

A confermarlo i dati presentati dall’Istat alla 20^ edizione delle Giornate di Bertinoro per l’economia civile di Aiccon.
I numeri riguardano il censimento permanente sulle istituzioni non profit – avviato dall’Istat nel 2016 – che viene aggiornato ogni anno attraverso l’integrazione di diverse fonti amministrative. L’aggiornamento di quest’anno anticipa inoltre la nuova rilevazione campionaria – prevista nel 2022 – che viene realizzata ogni tre anni e che permette di cogliere elementi specifici e la dinamicità del settore.
Tornando ai dati, anche nel 2019 la crescita del terzo settore sembra piuttosto dinamica nel meridione -in particolare nelle Isole (+1,2 per cento) e al Sud (+1,2 per cento). Le regioni che presentano gli incrementi maggiori sono appunto il Molise (+4,7 per cento), la Calabria (+3,2 per cento), la provincia autonoma di Bolzano (+2,6 per cento) e la Puglia (+2,6 per cento). Il Mezzogiorno ha anche il primato per le associazioni “più giovani” con il 25, 4 per cento delle istituzioni nate dal 2015 in poi.

 

Istituzioni non profit per ripartizione grografica e anno costituzione (fonte: Istat)

Una dinamicità che però non scioglie il tradizionale gap “Nord-Sud” se si guarda alla presenza sul territorio: il numero di istituzioni ogni 10mila abitanti resta molto più elevato nelle regioni del Nord-est (70,7), del Centro (68,2) e del Nordovest (63,0) rispetto a quello che si osserva nelle regioni del Sud (47,4) e delle Isole (52,6).

Rispetto alle forme giuridiche, il dato più interessante riguarda le cooperative sociali, che registrano un calo dell’1,7 per cento ma incrementano il numero di dipendenti (+1,1%); questo lascia intuire – secondo l’Istat – un aumento delle trasformazioni organizzative attraverso processi di fusione per incorporazione.

Riguardo le altre forme giuridiche, 1 organizzazione su 10 è di volontariato (36.437 +3,2% ), il 5,4% delle organizzazioni sono associazioni di promozione sociale, mentre le imprese sociali sono il 4,5% e il 3,8% onlus. Gran parte del campione (76,3%) è costituito da istituzioni con “altra” forma giuridica.

Altri elementi interessanti emergono dall’analisi dei settori di attività in cui operano le istituzioni non profit (Inp): nel 2019 lo sport si conferma il settore più dinamico, con 120mila associazioni attive, numero che però è in calo dell’1,7% rispetto al 2018. Seguono le Attività culturali e artistiche con oltre 61.186 ma che registrano un calo nel numero di dipendenti (-1,8%) insieme alle attività legate al settore Religione e cooperazione e solidarietà internazionale (-5%). Rispetto ai dipendenti, il settore della filantropia e promozione del volontariato è quello che registra l’incremento più alto (2,400 +12,2%), seguito da Tutela dei diritti e attività politica (+2%). Invece, tornando alle Inp, si registra un incremento positivo nel settore delle Attività ricreative e di socializzazione (49.138 ovvero il 13,6%) e nell’Assistenza sociale e protezione civile (34.380, il 9,5%).

istituzioni non profit per forma giuridica e attività prevalente

Istituzioni non profit per forma giuridica e attività prevalente (Fonte: Istat)

Il rapporto incrocia poi le attività con le forme organizzative: le organizzazioni di volontariato e le onlus sono concentrate maggiormente nei settori dell’assistenza sociale e protezione civile, rispettivamente con il 41,8 per cento e il 42,4 per cento; le Odv hanno anche una vocazione spiccata per il settore della sanità (24,6%). Le imprese sociali si occupano principalmente di assistenza sociale e protezione civile (44,2%); le associazioni di promozione sociale privilegiano il settore delle attività culturali e artistiche (quasi 40%).

L’ultima parte del rapporto infine analizza i benefici del 5 per mille che nel 2019 hanno interessato 61.858 le istituzioni non profit iscritte nell’elenco degli enti destinatari.

Le scelte dei contribuenti hanno privilegiato le organizzazioni che operano nei settori dell’Assistenza sociale e protezione civile (24,8%) che rappresenta anche la quota più alta delle organizzazioni iscritte ( 30,4%); segue il settore dell’Istruzione e ricerca che totalizza il 23,2% delle scelte – anche se le organizzazioni destinatarie sono solo il 5,1 per cento delle iscritte – ed il settore della sanità (16,4%) che raccoglie il 10,6 per cento delle organizzazioni beneficiarie.

Fonte: www.csvnet.it

www.istat.it

Silvia Gheza