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A EsserCi Festival “Educazione” per essere uomini e donne di Pace

“Alcuni dicono che l’educazione sia finita. Che non serva più”. Michele Gagliardo (Libera) apre il laboratorio per le scuole dedicato appunto alla parola “Educazione“. Laboratorio che inaugura, nella mattina di oggi, giovedì 23 ottobre al PalaCultura di Messina, la terza edizione di EsserCi Festival, promosso dal CESV con il Comune.

“Oggi – aggiunge Gagliardo, il cui intervento è moderato da Graziella Lombardo di Messina Today – sembra che sia più utile addestrare per far diventare tutti uguali e più facilmente manipolabili”. E invece “l’educazione è tutt’altro: è aiutare ciascuno a essere più liberi”. E ricorda i tanti gesti di volontariato capaci di coinvolgere e costruire legami di solidarietà. “Dare un senso alle cose che si fanno, prendersi cura degli altri e dei beni comuni costruisce anche economie giuste. Serve tanta passione. Serve non restare indifferenti allo sguardo di chi abbiamo incontro. Come diceva Mandela, l’educazione è l’arma più potente per cambiare il mondo”.

Ed ecco la testimonianza di Pino di Menza, moderato da Simona Arena di TCF. Suo figlio Paolo muore nel settembre del 2003, a 22 anni, a bordo della sua moto a causa di una incauta inversione di marcia di un’auto. La comunità di Fubine, la sua cittadina, elabora il lutto  all’insegna della solidarietà con la nascita del “Comitato Amici di Paolo”. Nel settembre del 2004 nasce l’associazione L’Abbraccio. “Ci siamo ritrovati con gli amici e ci siamo chiesti cosa potesse continuare a dare un senso alla nostra vita”, dice Pino. Con l’associazione “abbiamo cominciato ad aiutare chi stava vicino e poi abbiamo cominciato a fare accoglienza ai migranti e poi abbiamo scelto il Benin in Africa, dove abbiamo costruito una scuola, un convitto, un ospedale pediatrico. E ancora: un programma contro la malnutrizione, un’azienda agricola, la lotta all’abbandono scolastico, il contrasto alle gravidanze precoci… Così costruiamo la Pace attraverso la Giustizia. Per essere uomini e donne di Pace bisogna essere “interi”: essere attenti alle sofferenze ed essere capaci di chiedere aiuto, imparando ad essere attenti anche alle grida degli altri”.

Dall’attualità alla memoria. Ne parla Giulia Barbieri, Fundraiser Fondazione Archivio Diaristico. Il suo intervento è moderato da Alessandra Serio di Tempostretto. “Dalla distruzione della seconda guerra mondiale a Pieve Santo Stefano – dice Barbieri – nasce l’idea di un museo dei diari che le persone donano. Un archivio della memoria personale che diventa storia collettiva. Diari di partigiani prigionieri, diari di migranti, diari di soldati al fronte. Facciamo cura della memoria per resistere e aiutare a costruire, giorno dopo giorno, la Pace”.

A concludere l’incontro con gli studenti, Mourad Boudhil, coordinatore territoriale di Medici del mondo, che interviene moderato da Sebastiano Caspanello della Gazzetta del Sud. “Non è stato facile per me confrontarmi con la sofferenza dei migranti essendo arrivato qui da studente ben integrato. C’è stato bisogno di tempo e allenamento per mettersi nei panni di chi ha sofferto così tanto. L’altro è qualcuno che non conosciamo. La politica finisce con lo strumentalizzare i migranti spesso senza fare una riflessione ragionata. Quella dei migranti non è una storia, ma un insieme di tante storie. E solo avvicinandosi a ciascuna di queste storie si riesce a rispettare le persone a riconoscerne l’umanità. Le storie che ho conosciuto mi hanno trasformato. Il sorriso con cui accogli chi arriva vale più di mille parole. In quei momenti, quando mi sento utile, mi sento anche felice”.

Il laboratorio dedicato agli studenti è stato accompagnato – così come accadrà nelle mattinate successive del Festival – dal live drawing dell’artista Michela De Domenico.

Iria Cogliani