È “Esempio” la parola-chiave della seconda mattinata di EsserCi Festival. Alla quale prendono parte anche il Sindaco di Messina Federico Basile, l’Assessora alle Politiche sociali e al Volontariato Alessandra Calafiore e il Direttore del CESV Rosario Ceraolo.
E ancora una volta ecco il laboratorio per gli studenti degli istituti superiori che hanno aderito alla manifestazione. Ancora una volta uno, cento, mille “esempi” di come praticare, insieme e in tante modalità diverse, la via per la Pace. Nel quotidiano, senza aspettare che siano altri, più forti, con più potere, a muoversi nella direzione giusta. Nella propria vita, così che serva da “Esempio” e trasmetta il senso delle azioni che hanno senso.
Ed è proprio il Sindaco ad invitare i giovani a conoscere il mondo del volontariato, perché questo tipo di esperienze possono essere utili sia per la propria formazione sia per imparare a prendersi cura della propria comunità.
A EsserCi Festival Elisa Fucà di Scaro Cafè, moderata da Francesca Stornante di RTP, parla di un esempio in particolare. Ed è una storia di Agrigento. La storia di un luogo abbandonato dai giovani che un gruppo di giovani riaprono e trasformano in un caffè, in una piazza, in un lavoro sociale. In “un mondo in cui ci piacerebbe vivere”.
“Ad Agrigento la fascia di età tra i 18 e i 40 anni non esiste. Sono andati tutti via. Il nostro quartiere è un disastro, eppure la gente ci abita. Molti stranieri senegalesi e magrebini. Scaro è il nome dialettale del mercato. Per molti anni la città ha dimenticato quel quartiere abitato da migranti. Noi siamo tornati con l’idea di crearci un mondo in cui ci piacerebbe vivere. La nostra sfida è quella di capire se il lavoro sociale può essere anche un modo di vivere e lavorare. Non ci interessa l’integrazione quanto piuttosto l’interazione che è più orizzontale. Crediamo che praticando democrazia si possano creare comunità accoglienti”.
È d’accordo Elena Inversetti, giornalista, comunicatrice sociale (moderata da Valentina Guerrera, Normanno). “La povertà non è solo materiale ma anche quella di chi non ha opportunità, di chi ha un vuoto di prospettive. Servono luoghi di incontro. Servono spazi di condivisione e di espressione”. E poi eccola raccontare storie, le storie di persone che in modo esemplare si impegnano per il bene comune. In tutto il Paese, dal centro più piccolo alla grande città, dalla campagna ai monti ai litorali. Un Paese che dà il buon esempio.
Non per caso Luca Maniscalco, responsabile Comunicazione Fondazione Università di Milano, giornalista e autore, moderato da Alessio Caspanello, LetteraEmme, parla di fiducia. Fiducia da costruire. E lo fa partendo dal luogo più insospettabile, i social. “L’algoritmo che fa funzionare i social premia chi sa generare una emozione forte e quindi per esempio se divide. In realtà non importa nulla del contenuto. ‘Il potere oscuro dei social network’ di Serena Mazzini descriva questa economia del dissenso. Siamo valutati per ciò che postiamo. Un altro modo di usare i social però esiste: costruisce fiducia. Non bisogna sempre urlare per essere ascoltati”.
Conclude Barbara Pierro, avvocata, Presidente “Associazione chi rom e…chi no” (moderata da Alessandra Mammoliti, The Messineser). Il suo invito è quello a “praticare l’uguaglianza”. Come sta facendo la sua associazione. Dal lavoro con le donne a Scampia alla cucina da vivere insieme, e il cinema, il teatro. Nascono da qui la cooperativa Kumpania, il Museo MOSS e tante iniziative sociali e culturali. “L’esempio – dice – è scegliere da che parte stare; disobbedire alle leggi ingiuste; lottare per i diritti. Chi viene dalle periferie esistenziali e geografiche ha anche una marcia in più perché ha esperienze di Resistenza. Siate antenne per i vostri desideri, prendete quello di cui avete bisogno, andate a costruirlo…
Intanto il primo cittadino di Messina, Federico Basile, in visita all’Agorà animata da 50 associazioni che si presentano per dialogare con i cittadini e le istituzioni, coglie l’occasione per firmare l’appello per la Pace dei Francescani di strada.


