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A EsserCi Festival valori, volontariato, “Creatività” e “Persone”

È con le parole del sindaco di Messina Federico Basile che si apre la seconda giornata di EsserCi Festival. Dice il primo cittadino: “Quella di oggi, di questa manifestazione, è un’occasione importante per mettere in evidenza l’importanza di donare un po’ di tempo per il bene comune. Anche quando – sottolinea – di tempo sembra ce ne sia poco”.

Chiara Tommasini, presidente di CSVnetCon il sindaco a inaugurare  aprire i lavori il direttore del CESV Rosario Ceraolo che sottolinea la rilevanza di questa giornata, dedicando particolare attenzione all’Agorà delle associazioni che vedrà nel pomeriggio anche numerose “visite” istituzionali.

L’intervento di Chiara Tommasini, presidente dell’associazione nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato, CSVnet, fa il punto sul senso delle attività portate avanti nel Paese. “Siamo al servizio delle organizzazioni e dei territori. Guardiamo ai bisogni delle persone. E ai bisogni dei volontari per stare accanto per supportarne le idee con una attenzione particolare ai giovani. Stiamo cercando di mettere in comunicazione anche mondi apparentemente distanti: i servizi socio-sanitari con attività formative e culturale, o con esperienze di economia sociale e civile”.

Ma la mattinata è dedicata soprattutto alle altre due parole-chiave di EsserCi Festival. Dopo “benessere” e “pianeta” che sono state al centro dei confronti del pomeriggio precedente, tocca ora a “creatività” e “persone”.

La tavola di contaminazione sulla creatività viene moderata da Sebastiano Caspanello (La Gazzetta del Sud).

Laura Giacobbe (Nutrimenti terrestri) racconta dell’impegno teatrale con il Centro Camelot sorto negli spazi dell’ex ospedale psichiatrico. E così – dice – “è nato il laboratorio teatrale con i pazienti del centro di salute mentale. Lo spettacolo a cui si è lavorato non era uno spettacolo per i familiari ma uno spettacolo che potesse diventare una proposta per tutti. Un’esperienza straordinaria ha avuto una ricaduta importante anche sulla salute, sul benessere dei pazienti”.

Giuseppe D’Avella ricorda la figura di Nino Cucinotta, giovane imprenditore morto prematuramente che ha ispirato la nascita dell’associazione che porta il suo nome, creata in nome del valore dell’amicizia. Oggi l’associazione Nino Cucinotta realizza iniziative che provano a mettere insieme le persone. Per stare bene insieme, ma anche per raccogliere fondi, per esempio per donare un defibrillatore al liceo La Farina dove Nino ha studiato oppure per acquistare sedie job che consentono ai disabili di poter fare il bagno. “Da un lutto – conclude D’Avella – sono state generate forme di creatività e modalità nuove per stare insieme in amicizia”.

Per Anita Magno (Edizioni Mesogea) “solidarietà e creatività sono l’unico investimento che non fallisce mai”. Citando Danilo Dolci (“ostacolare la creatività è una forma di violenza”), porta a EsserCi Festival esempi di iniziative editoriali che valorizzano autori e autrici di paesi in guerra: il Libano ad esempio. Autori e autrici che spesso attraverso i fumetti, che sono un nuovo e antico modo di fare letteratura, raccontano emozioni e storie. In Palestina – ha detto Magno – un autore ha scritto: sono sopravvissuto in prigione solo grazie all’arte. Dalla Siria arriva l’urlo di resistenza di una illustratrice per bambini che lavora per far comprendere ai più piccoli quello che sta succedendo attorno a loro.”.

“Ricordo mia nonna che mi invitava a spazzare e a lavare la strada davanti casa per evitare che respirassimo la polvere. A partire da questo ricordo abbiamo cominciato a prenderci cura del nostro borgo di appena 300 abitanti” dice Tonino Privitera (Associazione Culturale Cannistrà). “Abbiamo cominciato a fotografare il  borgo e con fotomontaggi abbiamo provato a mostrare come poteva essere senza l’immondizia e l’incuria. Ogni sabato del mese ciascuno di noi dedica il proprio talento ai propri luoghi del cuore: 40 persone che dedicano 4 ore del loro tempo per tenere bello il posto in cui vivono, a trasformare le cose brutte in cose belle attraverso la creatività. Il più grande spreco nel mondo è la differenza tra ciò che siamo e ciò possiamo essere”.

Concludono la carrellata gli speech. Sasà Neri (Luna Obliqua Teatro) indaga il pubblico, chiacchierando in mezzo alla platea; chiama in causa nomi sacri e pubblicità, da Pina Bausch e Tadeusz Kantor al nuovo promo di Master Chef; legge la definizione di creatività della Treccani e ricorda le sorprendenti dichiarazioni sull’arte e il teatro dei bambini con cui lavora. Creatività come capacità produttiva, come espressione di forza vitale, come esigenza ineludibile. “Nessuno – conclude – è non creativo. Nessuno riesce a sottrarsi a questa energia interiore che ti fa abbracciare gli altri e dagli altri”.

Maria La Fauci (Trinacria Theatre), nata a Boston da genitori siciliani, ha deciso da poco di trasferirsi a Pezzolo, dove trascorreva le sue estati. “Un borgo che ha subito una forte crisi demografica – sottolinea – e nel quale mi sono impegnata per portare teatro, con attori provenienti da diversi Paesi, artisti disposti a dedicare il loro tempo in un luogo bello per la loro creatività e che nella loro arte hanno coinvolto l’intera comunità. Ho capito che l’arte non serve solo a rappresentare sistemi simbolici ma è necessaria per cambiare il mondo. E oggi a Pezzolo ci sono segnali di sviluppo. Sono stati ripuliti i vecchi sentieri. Sta nascendo un B&B. Si organizzano sagre”.

E subito di seguito dalla creatività si passa alle persone. L’ultima tavola di contaminazione è condotta da Alessandra Mammoliti (The Messineser).

Padre Franco Pati (Associazione Santa. Maria della Strada) parla della sua vocazione da prete che ha scelto di aiutare chi ha bisogno. “Ho iniziato con i senza fissa dimora e con un luogo di accoglienza per loro. Stare accanto agli ultimi ti mette alla prova e ti cambia. E in particolare i ragazzi hanno bisogno di avere accanto persone che mostrano loro, concretamente, cosa sia possibile fare”.

Tiziana Tracuzzi parla di Libera Messina Presidio Nino e Ida Agostino. “Libera è l’impegno di tanti. Un impegno che ho assunto dopo essere tornata in città dopo diversi anni trascorsi altrove. Libera ha il compito di mettere insieme. Siamo nelle scuole e con gli studenti, lavoriamo per approfondire le storie delle vittime innocenti e così comprendere le nostre società e l’influenza delle mafie. Grande è la fatica di ricercare la verità per i familiari delle vittime. E non è facile difendere queste storie perché c’è disattenzione e qualche volta paura”.

Le fa eco Emanuele Carlo (Consulta Giovanile della Città di Messina). “Anche io ho cercato di scappare, di andare fuori a studiare. A Pisa. Per un punto non ci sono riuscito. Però questo mi ha fatto tornare a Messina. Con la rabbia per non esserci riuscito ma con la consapevolezza che fosse necessario riprogettarmi. E poi ho pensato che rimanere è un diritto. Il diritto a formarci e a vivere qui”. Rimanere e impegnarsi. Come con il progetto Consultazione democratica realizzato con la Consulta per intervenire attraverso l’arte nei quartieri periferici. “A noi (UDU) – conclude – si rivolgono molti studenti universitari stranieri che vengono da paesi in cui non sono riconosciuti i diritti e che hanno difficoltà a vivere nella nostra città”.

Per concludere parlano Annamaria Garufi (Presidente Lelat) e Korka Barry (Associazione Teria). Annamaria Garufi racconta come ha iniziato a occuparsi di tossicodipendenza incontrando i primi malati di Aids. E come a partire da quella esperienza sia arrivata a fondare una comunità. E poi racconta come sono cambiate le droghe cambiando i bisogni dei ragazzi e delle ragazze che ne fanno uso.

Korka Barry, studente universitario originario del Mali, ha completato il confronto dichiarando: “Emigrare, oltre ad essere un diritto, è un sogno. Devi sognare in grande per rischiare la vita. Chi cerca di vivere non può, in alcun modo, essere visto come un problema”.

 

Iria Cogliani