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A EsserCi Festival volontariato come “palestra di pace e democrazia”

Un lavoro “strategico e silenzioso”. Una presenza “disseminata e attiva”. Un “motore di cambiamento”. Una “realtà che sta cercando un nuovo sguardo”. Una “palestra di democrazia”. È il volontariato – un affresco di valori, principi, azioni, suggestioni e nodi da risolvere – secondo i partecipanti alla tavola rotonda che si svolge nella terza giornata di EsserCi Festival, promosso dal CESV con il Comune di Messina.

Al PalaCultura per EsserCi Festival si discute di “Radici e scelte di futuro: istituzioni e Terzo settore in dialogo. Esserci per accompagnare la crescita delle comunità e coltivare la pace”. E si chiarisce che quel “lavoro”, quella “presenza”, quel “cambiamento”, quella “realtà” sono tutti indirizzati alla Pace, pace come assenza di guerra, e impegno perché la guerra termini là dove c’è; e pace come giustizia ed equità sociale, nel nostro territorio e in ogni angolo del pianeta.

Perché – come ricorda Santi Mondello, presidente del CESV, ad avvio dei lavori – “il volontariato contribuisce, giorno per giorno, a edificare una società più giusta e coesa”. E perché – come sintetizza il moderatore Giulio Sensi, direttore editoriale di Vdossier – “abbiamo bisogno di utopie e di calarle nella quotidianità. Una delle modalità per costruire la pace è senza dubbio ridurre le disuguaglianze”.

“I volontari realizzano percorsi di pace per tutte le persone che incontrano”, dice Alessandra Calafiore, assessora Politiche Sociali e del Volontariato Comune di Messina. “Il volontariato è un lavoro strategico e silenzioso su cui ogni amministratore comunale dovrebbe puntare. Il Comune di Messina ci crede, aderisce ai suoi valori e punta sul terzo settore quale motore del cambiamento sociale”.

“Il volontariato è palestra di pace e di democrazia, perché la pace è un atto quotidiano, necessita di presenza, dedizione, cura, quotidianità, ascolto”, aggiunge Alessandro Seminati, direttore di CSVNet, l’associazione nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato. “Il volontariato aiuta a dare forma ai valori, non si predica ma si fa. Volontariato e pace sono processi generativi, che partono dalle persone e contaminano le istituzioni”.

“La pubblica amministrazione ha la grande responsabilità di attuare politiche di pace, tanto più per chi si occupa di politiche sociali” esordisce Maria Letizia Di Liberti, dirigente regionale Dipartimento della famiglia e delle politiche sociali. “Nella programmazione delle risorse abbiamo un fondo dedicato alle associazioni ed enti che portano sul territorio progetti. La Pubblica Amministrazione non può arrivare ovunque, la presenza del terzo settore ci permette di raggiungere obiettivi specifici, ci ha permesso di disseminare attraverso 30-40 incontri capillari su tutto il territorio regionale, perché volevamo esserci, non restare al XIV piano di via Trinacria”.

“La pace – evidenzia Gaetano Giunta, Fondazione Messina – muore sugli squilibri locali e sociali. Come popolazione mondiale dobbiamo sentirci una comunità di destino, uscendo dai perimetri che l’umanità si è costruita e aderendo a logiche ecosistemiche complessive. I volontari donano il proprio tempo per tessere e cucire dimensioni comunitarie, di saperi, di economie differenti”.

E infatti – rimarca Stefano Arduini, direttore di Vita Magazine – “il bisogno di fare del bene non è la prima ragione per cui si fa volontariato, come ci dice l’ultima rilevazione ISTAT. Si fa volontariato per la condivisione di ideali, per migliorare il benessere individuale, aumentare relazioni sociali, cambiare punto di vista sulle cose e sviluppare coscienza civile. Se vogliamo accrescere la capacità di penetrazione del volontariato, occorre un cambio di prospettiva, dalla visione utopica altruistica all’egocentrismo generoso. Bisogna puntare sull’autenticità e l’appartenenza alla costruzione di un mondo nuovo. I volontari non aiutano qualcuno, contribuiscono a cambiare le cose”.

Non per caso Chiara Tommasini, Presidente di CSVNet, aggiunge: “Pace, giustizia, istituzioni solide sono i tre goal dell’Agenda Onu 2030. Costruire percorsi di rete è il nostro tentativo di contribuire al raggiungimento di questo obiettivo. Perché se la pace si costruisce nei gesti quotidiani, dobbiamo avere il coraggio di affrontare i nodi del terzo settore, che sta affrontando un grande cambiamento culturale, non è lo stesso di 5 anni fa. La nostra rete CSVNet è impegnata ad affiancare questa trasformazione per sostenere la costruzione di istituzioni solide e forme di volontariato fluide, ibrido ma molto organizzato”.

“Il Codice del terzo settore valorizza la creazione di reti non solo organizzative ma relazionali. Serve cioè – dice Alessandro Lombardi, capo dipartimento per le Politiche sociali, del terzo settore e migratorie – Ministero del lavoro e delle politiche sociali – un cambio culturale nel terzo settore che si realizza nel medio periodo ma genera un valore aggiunto sia a livello locale che nel rapporto con la Pubblica Amministrazione, valorizzato in particolare nella co-programmazione e co-progettazione”.

Concorda Federico Basile, Sindaco di Messina. “Il tema della collaborazione è sempre attuale per un amministratore locale”, sottolinea. “Sono sindaco di una città metropolitana, di tante realtà diverse che si parlano e quotidianamente devono trovare il modo di collaborare ed essere comunità. Un senso di partecipazione che in parte si è perso ma si deve recuperare per far comprendere che serve il contributo di tutti per costruire comunità di pace”.

Che poi è quello che si è fatto durante EsserCi Festival. Lo ricorda Michela Gaffo, presidente ASSIF – Associazione Italiana Fundraiser. “In questi giorni abbiamo piantato semi di pace. Tanti piccoli gesti e tante scelte che, se coltivati, potranno germogliare. Nella generazione degli adulti ma anche in quella dei più giovani”.

“Volontariato e comunità civile sono il primo baluardo di pace e democrazia sul territorio”, conclude Sabrina Liberalato, head of Program Department – Gender & Economic Justice and Resilience presso ActionAid Italia. E fa due esempi: il lavoro sulla democrazia partecipata della non profit messinese Parliament Watch Italia e il monitoraggio civico sul PNRR, esempi di “un volontariato civico e politico che presidia i diritti e i territori. Vorremmo lasciare come ActionAid la capacità di creare una rete perché l’impatto non lo generano i singoli e innovazione sociale non significa cambiare le cose, ma guardare le cose in maniera diversa”.

La riflessione si completa con le parole di Rosario Ceraolo, direttore del CESV Messina. “Questa tavola rotonda rappresenta un momento importante in cui abbiamo potuto confrontarci con realtà locali e nazionali con cui dialoghiamo da 25 anni. Il nostro obiettivo è provare a far convivere le differenze, come sottolineato dal presidente Mondello. Storie, persone, reti, collaborazioni sono tutte parte di un’unica realtà. Conoscerle, sostenerne i valori, supportarne il miglioramento significa aiutare l’intera comunità in cui si vive e si opera. Solo con il Premio EsserCi finora siamo riusciti a raccontare oltre 80 storie di volontariato. E continueremo a farlo”.

Iria Cogliani