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“Donazione e Solidarietà”: quattro ragazze le protagoniste del nuovo progetto di servizio civile del CESV

C’è chi non ha mai fatto attività di volontariato e chi invece sta per costituire una propria associazione. Chi porta in campo l’esperienza scoutistica e chi è mossa dalla necessità interiore di connettersi più profondamente con la propria comunità. C’è chi è sempre rimasta nella propria città e chi ci è ritornata da poco. In comune hanno comunque molto, a partire dall’età e dalla voglia di impegnarsi.  

Le quattro protagoniste di “Donazione e solidarietà”, il nuovo progetto di servizio civile del CESV Messina ETS, sono uno spaccato di quella Generazione Z alla quale il Centro Servizi dedica sempre maggiore attenzione e ascolto.

«Con l’obiettivo non solo di rafforzare l’azione volontaria sul territorio ma anche di promuovere nei giovani il senso della solidarietà, del valore del dono e della cittadinanza attiva – spiega Santi Mondello, presidente del CESV – questo progetto, in ideale continuità con quelli degli anni precedenti, si focalizza su alcune delle priorità che ci siamo dati insieme con il terzo settore del Messinese. E siamo certi che l’apporto delle giovani che sono state selezionate sarà di grande rilievo e grande utilità. Così come siamo certi che il CESV e il lavoro al fianco del volontariato saranno in grado di trasmettere loro saperi, intuizioni e idealità fondamentali per la loro formazione».

Lo conferma Antonella Pistoni, studentessa universitaria al primo anno di Scienze della formazione primaria all’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Ad appena 20 anni ha già al proprio attivo un’esperienza con l’AISM, l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, realizzata quando era a scuola. Esperienza che le ha lasciato una grande eredità: l’empatia “verso le persone fragili e le loro famiglie”. Nell’anno con il CESV si aspetta di acquisire alcuni know how fondamentali, da ritrovarsi come competenza anche quando si affaccerà al mondo del lavoro: il senso di responsabilità verso l’obiettivo da raggiungere, il rispetto degli obblighi che questo comporta, compresa, per esempio, la puntualità, la volontà di mettercela tutta per svolgere i propri compiti. Non per caso – aggiunge – «mentre prima di cominciare la collaborazione con il CESV pensavo che il volontariato fosse esclusivamente un’azione diretta, dal volontario al fruitore dei servizi di volontariato, ora sto scoprendo quanto sia indispensabile anche quello che c’è dietro, l’organizzazione, la gestione, la raccolta finanziaria, la programmazione, la capacità di progettare. Tutto quello che consente al volontariato di fare sempre meglio e di più al servizio della comunità».

Consapevolezze che hanno colpito anche Olga Zanghì, 21enne che si interroga su quale settore lavorativo le sia più congeniale e, nel frattempo, ha già completato un corso di formazione di assistenza all’infanzia memore anche delle abilità che le ha consegnato lo scoutismo. Prima tra tutte quella di capo squadriglia: assistere i più piccoli, affiancarli, coinvolgerli così che potessero svolgere le varie funzioni con entusiasmo e, allo stesso tempo, imparando a operare sempre come squadra, insieme agli altri”. Al CESV – dice –«sto facendo esperienze nuove e acquisendo competenze nuove. Mi sto confrontando con persone e su temi per me molto importanti. L’obiettivo è migliorare le capacità sociali e comunicative e, soprattutto, ampliare la mia visione del mondo».

Maria Mortelliti, 23 anni, da due anni fa parte dell’associazione “Rivivere a colori Saponara” ed è al terzo anno di università in “Scienze, tecnologie e sicurezza delle produzioni animali”. Ed è in procinto di costituire, insieme con un gruppo di amici, un’associazione di volontariato a favore degli animali. Per farlo lei e gli altri compagni di avventura fanno i dog sitter e mettono i guadagni nella cassa comune dell’associazione che verrà. E lei fa tesoro giorno dopo giorno di quanto viene a conoscere al CESV. Normative e reti, RUNTS e crowdfunding… Il progetto “Donazione e Solidarietà” l’ha colpita subito «perché mi piace aiutare chi si trova in difficoltà, soprattutto perché chiunque di noi potrebbe avere bisogno di aiuto. Oggi per molti giovani il mondo del volontariato viene visto come noioso o troppo impegnativo, invece secondo la mia esperienza è un mondo gratificante e di grande comunità, dove puoi trovare una “seconda famiglia”».

Studentessa universitaria a Roma, in Letteratura italiana, filologia moderna e linguistica, Martina Isaja, 26 anni, è rimasta a Messina dopo esserci tornata per il rotto della cuffia prima che scoppiasse il lockdown. Si è laureata a distanza e molta didattica a distanza sta caratterizzando la sua specialistica. Ad un certo punto, dice, «ho sentito il bisogno di mettermi in gioco personalmente, di non essere impegnata solo a studiare, per quanto possa essere importante e gratificante. E ho sentito il bisogno di riattivare un collegamento con la mia città, che tra università e Covid in qualche modo si è smorzato. Proprio perché non ho precedenti esperienze di volontariato sono stata attratta da questo progetto di servizio civile, un’esperienza formativa che mi dà la possibilità di sentirmi più utile per la comunità. È un modo per uscire dalla mia “bolla”, individuare i miei limiti, rafforzare le mie abilità sociali. Un’opportunità di crescita e di arricchimento umano, oltre che un’occasione per fare la mia parte in collaborazione e nel confronto con volontari e volontarie che operano per migliorare il contesto in cui viviamo».

Silvia Gheza