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“Noi Doniamo”, 6° rapporto sul dono in Italia: la ripresa c’è ma va incoraggiata

La fotografia annuale dell’IID: dopo i difficili e contrastati anni dell’emergenza pandemica segnali positivi in tutte le dimensioni del dono. Il volontariato cresce tra i giovani e, per la prima volta, sotto la lente la connessione tra dono e felicità

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Gli italiani hanno ripreso a donare: se il 2020 è stato l’anno in cui la pandemia ha generato una reazione solidale degli italiani e il 2021 ha registrato difficoltà sia sul fronte dell’impegno economico che di quello del volontariato, nel 2022 si cominciano ad avvertire i primi segnali di ripresa in tutte le dimensioni del dono, anche se i livelli pre-pandemia sono ancora lontani.

La sesta edizione del rapporto annuale “Noi doniamo”, curato dall’Istituto Italiano della Donazione (IID) in collaborazione con CSVnet in occasione del Giorno del Dono del 4 ottobre, indaga lo stato dell’arte delle tre principali tipologie di dono: la donazione economica (denaro), la donazione di capacità e tempo (volontariato) e quella biologica (sangue, organi etc.). Per ciascuno di tali ambiti il rapporto misura le pratiche e la propensione al dono delle persone residenti in Italia, con dati generali accompagnati da approfondimenti tematici affidati ad esperti e centri di ricerca. Sono partner del progetto Osservatorio sul dono: ASSIF, BVA Doxa, Caritas Italiana, Centro Nazionale Sangue, Centro Nazionale Trapianti, CSVnet, EuConsult Italia, FIDAS, Osservatorio di Pavia, Scuola di Fundraising di Roma, Walden Lab.

“Un risultato che ci aspettavamo e in cui speravamo – commenta il presidente dell’Istituto Italiano della Donazione Stefano Tabò – anche se quelle che vediamo sono solo le prime luci in fondo ad un tunnel ancora lungo. Nel 2022, anno di riferimento di questa edizione dell’indagine, si cominciano ad avvertire i primi segnali di ripresa rispetto alle pratiche di dono degli italiani, dopo i difficili e contrastati anni dell’emergenza pandemica. Anche il dono, come tutte le sfere della vita pubblica e privata degli individui, non può non subire i colpi dalle crisi che, a più livelli, stiamo vivendo. Va sottolineato però che le organizzazioni del terzo settore hanno dimostrano una sostanziale tenuta e sono state premiate per la loro capacità di reagire e di innovare, anche se la strada è ancora lunga e tortuosa. La sfida è combattere l’astensionismo dal dono e intercettare nuove forme di partecipazione, per coinvolgere sempre più persone a mettersi in gioco ed esprimere concretamente, anche attraverso il dono, il proprio personale contributo.”

“Noi doniamo” analizza anzitutto il comportamento donativo tramite versamento di denaro per buone cause e in particolare per il non profit, utilizzando diverse fonti, ne ricordiamo alcune: l’Indagine sulle Raccolte Fondi dell’Istituto Italiano della Donazione che traccia una fotografia approfondita sulle raccolte fondi del non profit; le ricerche BVA Doxa “Italiani solidali” su un campione di 2000 individui attraverso interviste in profondità; l’indagine multiscopo sulle famiglie “Aspetti della vita quotidiana” (AVQ) condotta da Istat su un campione di 25.000 italiani residenti in 800 comuni.

La lettura della propensione a donare degli italiani negli ultimi anni è particolarmente complessa: se con il 2020 e l’esplosione della pandemia la generosità era aumentata (anche se direzionata per lo più direttamente ai bisogni scaturiti dall’emergenza a discapito del terzo settore) il 2021 aveva fatto registrare un calo in quasi tutte le dimensioni donative. Nel 2022 si nota invece una ripresa generalizzata delle pratiche di dono, anche se quasi tutti gli indici presi a riferimenti nel presente rapporto non hanno ancora raggiunto i livelli pre-pandemia.

DONAZIONI ECONOMICHE

La “ripresina” delle donazioni

Nel 2022 il numero di cittadini che affermano di aver donato almeno una volta denaro ad un’associazione è salito al 12,8% della popolazione con età maggiore di 14 anni (+ 0,8 %): un trend che ha ricominciato a crescere dopo l’arresto del 2021 quando era stato registrato un calo di 2,3 punti percentuali, arrivando a toccare quota 12% dopo il lieve aumento (dal 13,4% al 14,3%) del 2020 (Istat). Il sostegno alle associazioni rimane stabile tra gli uomini mentre aumenta tra le donne (+1,0 punto percentuale) e tra la popolazione di 35-44 anni (+2,1 punti percentuali). La crescita si concentra nelle regioni del Sud (+1,2 punti percentuali)e nei Comuni fino a 2 mila abitanti (+2,5 punti percentuali).Dare contributi in denaro alle associazioni continua ad essere un’attività poco diffusa tra i giovani (meno del 6% tra i giovani di 14-24 anni) e raggiunge il massimo tra le persone di 45-74 anni (tra il 14% e il 17%).

Anche la donazione media sembra essere aumentata passando da 61 euro a 69 euro annuali (dati BVA Doxa)

Il monitoraggio dell’Istituto Italiano della Donazione – che misura dal 2008 la situazione delle organizzazioni che migliorano, peggiorano o mantengono stabili le proprie entrate totali e, in particolare, la raccolta fondi – conferma una situazione di prevalente stabilità, ma con la prosecuzione di un graduale miglioramento in linea con il 2021. I dati sono stati raccolti tra giugno e luglio 2023 in collaborazione con CSVnet, l’associazione nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato, e provengono da 331 Organizzazioni Non Profit (ONP).

Le entrate da raccolta fondi (individui, aziende, fondazioni) sono aumentate per il 47% delle organizzazioni (46% nel 2021) e rimaste sostanzialmente invariate per il 28% (13% nel 2021). Rilevante notare che le ONP che hanno denunciato un calo della raccolta sono diminuite rispetto all’anno precedente di 22 punti percentuali,passando dal 41% del 2021 al 25% del 2022.

Restringendo il focus sulle donazioni da individui, si convalida lo stato dell’arte di sostanziale equilibrio con segnali di timido miglioramento. Le entrate da raccolta fondi da individui risultano infatti aumentate per il 40% del campione (34% nel 2021), diminuite per il 23% (37% nel 2021) e rimaste sostanzialmente invariate per il 37% (29% e 2021).

Donazioni Informali

Se andiamo ad osservare anche il mondo delle donazioni informali (quelle non transitano dalle organizzazioni non profit) i dati rilevati da BVA Doxa mostrano un dato in netto aumentoun italiano su due ha fatto almeno una donazione informale nel 2022. Aumenta infatti di 14 punti percentuali la quota di coloro che nei 12 mesi precedenti l’intervista hanno effettuato almeno una donazione di questo tipo, passando dal 36 al 50%.

Cause sostenute nelle donazioni a favore delle ONP

La ricerca medico-scientifica (dati BVA Doxa) pur presentando una certa flessione (35% nel 2022 contro il 49% nel 2021), rimane la prima scelta dei donatori che destinano denaro alle ONP (e questo primato si ripete anche da parte dei donatori informali); al secondo posto troviamo gli aiuti per le emergenze che registra un notevole aumento, passando dal 17% del 2021 al 29% del 2022. Al terzo posto, a sorpresa, troviamo protezione animali (dall’11 % del 2021 al 27% del 2022), mentre l’assistenza a persone malate o con disabilità resta intorno al 18% e si piazza al quarto posto. Tra le cause che presentano nel 2022 un incremento significativo abbiamo poi il sostegno all’infanzia nel mondo (dal 5% al 14%) e la difesa dell’ambiente/lotta all’inquinamento, che raddoppiano entrambe le proprie preferenze.

Il 5 per mille

Come evidenzia l’analisi fatta da ASSIF, cresce in valore assoluto di 5.484 unità il numero degli Enti Iscritti (da 74.173 a 79.657), ma considerando l’alta quota di Enti Esclusi (8.281) il numero reale di Enti Ammessi cala di 1.052 unità (da 72.550 a 71.498).

Benché il numero di enti iscritti continui ad aumentare, ancora più di 1 ente su 6 (il rapporto era 1 su 10 nel 2021) mostra una limitata capacità di sfruttare efficacemente il potenziale dello strumento. 13.946 Enti, il 17,5% del totale, hanno raccolto meno di 100€.

Sta agli Enti del Terzo Settore, prima che ai contribuenti, migliorare la loro cultura del fundraising per promuovere uno strumento di sussidiarietà fiscale così impattante come il 5xmille.

Non donatori o donatori inconsapevoli?

Grazie ai dati forniti da BVA Doxa, abbiamo potuto apprezzare alcuni interessanti variazioni rispetto agli anni precedenti sul numero di “non donatori”. Come si vedrà infatti nel capitolo dedicato, la quota di coloro che dichiarano di non avere fatto alcun tipo di donazione nell’ultimo anno diminuisce di 17 punti percentuali (dal 61% del 2021 al 44% del 2022). Questo dato è riferito all’analisi delle risposte, date senza alcun suggerimento, alla domanda “hai fatto una donazione negli 12 mesi?”, se invece si aiuta il rispondente a definire meglio la “donazione” fornendo una serie di informazioni utili a ricordare con maggiore dettaglio e completezza tutti i gesti e le occasioni di donazione, il dato diminuisce ulteriormente arrivando al 37% di non donatori.

Commenta Valeria Reda – Senior Research Manager BVA Doxa, Resp. Italiani Solidali: “Questo dato ci fa capire come non sempre ci sia consapevolezza nell’atto di dono e donazione, spesso viene fatta confusione tra i diversi strumenti, le cause o le organizzazioni sostenute, pertanto ogni volta che analizziamo i numeri del fenomeno dobbiamo considerare che c’è un sommerso che sfugge alle rilevazioni, dove non sempre chi è donatore sa di esserlo o si percepisce come tale”.

Perché non si dona?

Dai dati forniti da Walden Lab emerge un’interessante sintesi delle motivazioni del non dono, che possono essere ricondotte a tre principali cause. Sottolinea Paolo Anselmi, Presidente Walden Lab: “La prima causa, la più difficile da contrastare, è di ordine culturale ed è rappresentata da un orizzonte valoriale individualistico-familistico che genera distacco e indifferenza rispetto a quanto accade agli altri e nella società. La seconda è costituita da una debolezza di immagine delle organizzazioni non profit percepite come scarsamente efficienti e poco affidabili nell’uso che fanno dei fondi raccolti e che può essere affrontata puntando su serietà, professionalità, managerialità. Infine vi è la percezione di distanza e di scarsa efficacia che si accompagna alla resistenza alla delega e alla preferenza di molti non donatori per un impegno diretto. Un ostacolo da affrontare aumentando le occasioni di conoscenza ma anche di contatto e di coinvolgimento diretto dei potenziali donatori con le organizzazioni non profit”.

Anche la scienza lo conferma: Donare rende felici

Il titolo dello spot IID Donare rende felici, divenuto lo strumento principale della comunicazione sul Giorno del Dono, è supportato da indagini di nuova generazione che, nell’ambito delle neuroscienze, danno una lettura inedita del fenomeno donativo. Illustra Cinzia Di Stasio, Segretario Generale IID: Per la prima volta il nostro report riporta una sintesi della letteratura scientifica che mette in relazione i funzionamenti cerebrali con la volontà di donare, sotto determinati stimoli visivi/auditivi. L’indagine che trovate nel capitolo dedicato, realizzato dal Centro di Ricerca di Neuromarketing “Behavior and Brain Lab IULM”, indaga il ruolo di diversi fattori (ormonali, di predisposizione emotiva, fisiologici…) che spingono maggiormente le persone a donare o a non donare. Interessante notare come gli stati emotivi di benessere (la felicità) e l’atto di donazione siano strettamente collegati. La donazione infatti produce una risposta di gratificazione negli individui, inducendoli a provare una sensazione di felicità”.

VOLONTARIATO

Registriamo una crescita dei volontari, con un marcato aumento tra le fasce di giovani e giovanissimi.

Nel 2022 la tendenza degli anni precedenti di calo del numero di cittadini impegnati in attività di volontariato ha iniziato ad invertirsi, guadagnando un punto percentuale: l’8,3% dei cittadini afferma di svolgere attività gratuite in associazioni di volontariato. Cresce anche la quota di coloro che dichiarano di svolgere tali attività al di fuori delle associazioni, passando dal 2,1% del 2021 al 2,7% del 2022. Ciò nonostante, i dati Istat, presentati nel capitolo dedicato, rilevano comunque che il volontariato continua a dare segnali di sofferenza, sicuramente anche a causa della pandemia. Il fenomeno merita di essere indagato con grande attenzione negli anni successivi alla raccolta dei dati del censimento, i cui risultati completi saranno presentati entro dicembre 2023.

La ripresa della pratica volontaria nelle associazioni di volontariato riguarda tutte le fasce di età, ma per alcune assume una crescita più accentuataLa fascia dei giovanissimi (14 – 17 anni) fa un balzo in avanti di 2,5 punti percentuali (dal 3,9 al 6,4%), quella dei 18 e 19enni passa dall’8,9 al 9,4%, la fascia 20 – 24 anni dall’8,9 al 9,2%.

In merito alladistribuzione per area geografica, le regioni del nord si confermano quelle con maggiore propensione all’impegno gratuito nelle associazioni (10,2%). Al Nord-Ovest e Nord-Est la percentuale è infatti del 10,2%, al Centro dell’8%, mentre al Sud del 6% e nelle Isole del 5,4%. La probabilità di impegno sale al diminuire della densità abitativa: è nei piccoli Comuni fino a 2.000 abitanti che si incontra la maggiore propensione ad impegnarsi nelle associazioni (10,4%) mentre nelle più grandi aree metropolitane la quota è meno significativa (7,6%).

DONAZIONI BIOLOGICHE

Passi avanti anche sul fronte delle donazioni biologiche.

Per quanto riguarda le donazioni di sangue il quadro del 2022 registra un miglioramento con alcune forti criticità rilevate dal Centro Nazionale Sangue (CNS). Nel 2022 i donatori di sangue sono stati 1.660.227, dato in leggera crescita rispetto al 2021 e che si avvicina sempre di più ai livelli pre pandemia. Grazie a queste donazioni sono state realizzate circa 2,8 milioni di trasfusioni a vantaggio di 639mila pazienti, con una media di circa 5,4 trasfusioni ogni minuto.

Nel 2022 in Italia i trapianti e le donazioni di organi, tessuti e cellule staminali emopoietiche hanno visto un trend di crescita. La Rete trapianti del Servizio sanitario nazionale ha confermato l’ulteriore aumento rispetto al 2021, completando di fatto il totale recupero dei livelli di attività precedenti all’emergenza Covid, e segnando in molti casi le migliori performance assolute mai realizzate dal sistema trapiantologico nazionale. I dati sono stati diffusi dal Centro Nazionale Trapianti che sottolinea come le donazioni di organi solidi hanno superato quota 1.800 in un anno: sono state complessivamente 1.830 (+3,7%), 1.461 da donatori deceduti e 369 da viventi. Un risultato frutto in particolare di un nuovo aumento delle donazioni potenziali segnalate in rianimazione (2.662, +4,1%), che fanno un nuovo passo verso i livelli pre-Covid.

L’incremento delle donazioni ha portato all’aumento dei trapianti: il numero complessivo è stato di 3.887, quasi 100 in più rispetto al 2021 (+2,5%) e secondo miglior risultato di sempre. Ma sono ancora troppi i “no” nelle dichiarazioni di volontà alla donazione depositate nel Sistema informativo trapianti al 31 dicembre 2022. Le dichiarazioni di volontà hanno superato quota 14 milioni e mezzo: 72% i consensi e 28% le opposizioni registrate in vita che restano alte specialmente nelle regioni del Sud dove sfiorano o, in qualche caso, superano il 40%.

Il rapporto completo è stato presentato oggi, lunedì 2 ottobre (qui verrà inserito il link alla diretta streaming a conclusione dell’evento online)nell’ambito degli eventi organizzati in occasione del Giorno del Dono 2023 previsto per legge il 4 ottobre di ogni anno. Oltre ai curatori e contributori dello studio, hanno partecipato il presidente dell’Istituto Italiano della Donazione Stefano Tabò, la presidentessa di CSVnet Chiara Tommasini, la Portavoce Forum Nazionale Terzo Settore Vanessa Pallucchi e il Direttore Rai per la Sostenibilità – ESG Roberto Natale.

Il rapporto conta sulla collaborazione di diversi enti ed esperti sul tema. Gli approfondimenti tematici sono stati curati da: Valeria Reda – Senior Research Manager BVA Doxa, Resp. Italiani Solidali: L’andamento delle donazioni informali degli italiani nel contesto della policrisi; Paolo Anselmi, Presidente Walden Lab: Le motivazioni del non dono, le possibili leve per superarle; Francesco Stefanini – Caritas Italiana: Il comportamento donativo in Italia, in un contesto che soffre; Sabrina Stoppiello – Istat: L’evoluzione del volontariato nel settore non profit; Nicola Bedogni e Davide Moro – Osservatorio ASSIF sulla sussidiarietà fiscale: Sussidiarietà fiscale (5xMille, 8xMille, 2xMille): cosa raccontano i dati?; Massimo Coen Cagli – Scuola di Fundraising di Roma:Cultura del dono e dono per la cultura. Oltre la dicotomia tra sociale e cultura; Giovanni Musso – Fidas: La donazione di sangue ed emocomponenti. Riflessioni e mutamento del nostro Sistema Sanitario Nazionale; Cristina Rossi e Vincenzo Russo – Centro di Ricerca di Neuromarketing “Behavior and Brain Lab IULM”; Giovanni Sarani – Osservatorio di Pavia: La rappresentazione del dono nei telegiornali italiani. Luglio 2022 – Giugno 2023.

Il Giorno del Dono promosso da IID, festa del dono e della donazione prevista per legge il 4 ottobre di ogni anno, dà appuntamento anche ai prossimi eventi in calendario, in particolare alla presentazione palermitana di domani dove verrà illustrato per la prima volta lo spaccato siciliano del rapporto “Noi doniamo”, curato dall’Istituto Italiano della Donazione:

Tutte le informazioni su #DonoDay2023 e sui contest promossi da IID in occasione del Giorno del Dono sono disponibili su www.giornodeldono.org e www.istitutoitalianodonazione.it.

Foto in copertina ©Enrico Andreis, Nicolo Pastorello, Marina Vercellio, rogetto FIAF-CSVnet “Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano”

Silvia Gheza