«Ribadiamo l’impegno del CESV Messina e dei volontari a difesa dell’integrità e della dignità di tutte le persone indipendentemente dal loro status sociale e culturale, dalla loro condizione economica, dalla loro provenienza, dall’orientamento sessuale e dal credo religioso»
Collaborazione, confronto, impegno sono le parole-chiave del “manifesto” di “EsserCi Festival”, la manifestazione promossa dal CESV Messina ETS con il Comune di Messina.
Il documento, elaborato da Maria Lucia Serio e Salvatore Rizzo insieme con il direttore Rosario Ceraolo, è costruito per dar voce alle tante anime che popolano il mondo della gratuità e solidarietà, di impegno civile e sociale del Messinese ed è, allo stesso tempo, la riprova della voglia del terzo settore di parlare a tutte le componenti della società, dalle istituzioni al mondo profit, dalle giovani generazioni ai più esperti.
«Si raccoglie in questo testo – sottolinea il presidente del CESV Messina ETS Santi Mondello – il patrimonio di riflessioni raccolte nella due-giornate, dagli ospiti che hanno parlato dal palco come da coloro che sono stati in platea e dai volontari che con le loro associazioni hanno animato l’Agorà. “EsserCi”, infatti, è stata un’occasione straordinaria non solo per confrontarci con tutte le componenti della società ma anche per ripensarci, ripensare alle nostre azioni nell’ambito del nostro territorio e della nostra comunità».
Non per caso il “manifesto” delinea un insieme di obiettivi e di disponibilità. Si tratta di lavorare insieme alle istituzioni riconoscendo il valore di questa collaborazione orientata ai principi dell’amministrazione condivisa, della co-programmazione e della co-progettazione, assicurare un’attenzione particolare al rapporto di collaborazione con i giovani, valorizzare le diverse forme di impegno volontario, originale, innovativo, informale. Ma si tratta anche di rafforzare la cura e la tutela degli ecosistemi come orizzonte comune dell’impegno volontario e civile, puntare sul bene comune a partire dalla promozione di tutto il territorio, contribuire a costruire bellezza trasformando desideri soggettivi in processi relazionali comunitari. E ancora: presidiare l’esigibilità effettiva del diritto alla salute soprattutto quando le vite sono più fragili e sole; incoraggiare lo sport in quanto attività ludica e motoria e non mero agonismo che contribuisce a costruire benessere e a rendere la vita più sana; difendere ed arricchire il sistema sanitario nazionale e la scuola pubblica, beni comuni per eccellenza, creare e favorire connessioni con il mondo delle imprese per contribuire a forme economiche giuste e sostenibili sul piano ambientale e sociale.
«Il nostro lavoro – sono le parole conclusive del “manifesto” – continuerà ad essere ispirato dai principi della nostra Costituzione, che valorizza la libertà di associazione, la sussidiarietà, l’attivazione e il protagonismo delle cittadine e dei cittadini nelle comunità, dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030 e dal sogno di comunità più giuste, più accoglienti, più solidali e, per questo, più belle».