Patrizia Caruso, Head of Resilience Unit, ActionAid Italia, interverrà nella giornata conclusiva di “EsserCi Festival. Queste le sue riflessioni sul volontariato in Italia e sulla risposta in termini di azione democratica alle crisi in atto.
«Certamente il numero di volontari e volontarie che prestano servizio all’interno delle organizzazioni è drasticamente diminuito, come ci confermano i dati Istat. Questo dato, letto insieme al calo della partecipazione politica, appare preoccupante. Allo stesso tempo però abbiamo visto in questi anni anche l’emergere ed il consolidarsi di altre modalità con cui le persone, e soprattutto i e le giovani, scelgono di utilizzare il loro tempo per sostenere il bene comune. Ricordiamo tutti l’enorme numero di persone e realtà informali impegnate durante il covid nell’ideazione ed animazione di iniziative e reti di mutualismo, che sono state in molti territori fondamentali per intercettare e sostenere le fragilità.
«Oggi vediamo quotidianamente movimenti e reti giovanili attivarsi ed organizzarsi per fare sentire la loro voce su questioni dirimenti, a partire dal cambiamento climatico. Prolificano inoltre esperienze di cura condivisa dei beni comuni e di welfare di comunità, che ci mostrano una cittadinanza attiva ed intenzionata a mettere a disposizione tempo e competenze per migliorare la risposta ai bisogni sociali.
«Non possiamo poi trascurare il numero rilevante di cittadini e cittadine che chiedono di essere coinvolti nei processi decisionali che li riguardano, partecipando al disegno delle politiche o monitorandone l’attuazione. In un momento di calo della partecipazione politica e drastico restringimento degli spazi civici queste esperienze devono essere osservate con grande attenzione, ascoltate e sostenute».
- Dal 2020 siamo dentro emergenze di varie natura: la pandemia, le guerre, le crisi ambientali e le crisi energetiche. In che senso il volontariato nell’ambito della partecipazione sociale e civica può aiutare l’azione democratica e la risposta alle emergenze in atto?
«Perché il volontariato e l’attivismo civico possano sostenere l’azione democratica è importante battersi perché cittadini e cittadine non siano considerati mera “manovalanza” da utilizzare quando emergono delle necessità e mettere da parte una volta che le necessità sono state superate.
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«Allo stesso modo abbiamo visto come nel disegno e nell’avvio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, un piano che ha l’ambizione di cambiare radicalmente il futuro del nostro Paese, la cittadinanza e le organizzazioni civiche non abbiano avuto quasi alcuno spazio di incidenza sulle scelte fatte.
«La cittadinanza attiva può invece giocare un ruolo fondamentale nel portare all’attenzione delle istituzioni i bisogni, nel contribuire al disegno ed all’attuazione delle politiche e dei servizi locali, nel monitorarle e valutare restituendo al decisore politico elementi chiave per valutarne l’impatto e migliorarle.
«Dobbiamo difendere la centralità delle persone nel vivere democratico e pretendere spazi di partecipazione certi e strutturati».
- Action Aid e CESV Messina hanno già collaborato, per esempio per la Scuola di Monitoraggio Civico dedicata al PNRR. In che modo la sinergia tra queste due realtà porta benefici alla comunità, a partire da quella messinese?
«Per noi si è trattato di una collaborazione preziosa ed abbiamo agito in piena sinergia e comunanza di intenti. La scuola è stata promossa dall’Osservatorio Civico PNRR, una rete di cui siamo tra i promotori, che conta ormai circa 60 organizzazioni di tutta Italia e che è nata proprio con lo scopo di promuovere e favorire la trasparenza e la partecipazione della cittadinanza nell’implementazione del piano.
«Le scuole di monitoraggio hanno lo scopo di offrire alle organizzazioni civiche metodi e strumenti per condurre in autonomia azioni di monitoraggio civico sui progetti del PNRR che ricadono sui loro territori, e di portare le proprie osservazioni e proposte alle amministrazioni locali avviando così un circolo virtuoso in cui la cittadinanza attiva si rende partecipe e contribuisce al miglioramento delle politiche pubbliche.
«Il CESV ha un fondamentale ruolo di aggregazione delle organizzazioni che è stato dirimente nella preparazione della scuola e che ne garantisce la sostenibilità oggi che la scuola è conclusa. Grazie al suo contributo ed all’importante supporto di Parliament Watch Italia, ente con una solida esperienza nel territorio ed in pratiche di monitoraggio, anch’esso parte dell’Osservatorio Civico, la scuola ha potuto adattarsi alle esigenze e priorità del contesto e delle organizzazioni locali. Grazie alla collaborazione con il CESV Messina dunque, sono state poste le basi perché questa scuola fosse solo il primo passo per un percorso a lungo termine che veda le organizzazioni messinesi protagoniste di azioni di monitoraggio civico».
- Cosa si aspetta da “EsserCi festival. Il volontariato che c’è”? Quale contributo darà la sua partecipazione?
«Mi aspetto di avere l’opportunità di conoscere da vicino il mondo del volontariato messinese ed allo stesso tempo di potere ascoltare e confrontarmi con altre realtà nazionali. Le occasioni di confronto sono fondamentali, soprattutto in un momento, come quello che stiamo vivendo, in cui sono sempre meno e più complessi gli spazi di partecipazione ed incidenza politica per le organizzazioni civiche. Se questo confronto è calato nei territori e dunque vicino alle istanze e problematiche concrete, è ancora più fruttuoso».
- Perché per lei è importante “esserci”?
«Ho molto apprezzato il titolo di questo festival. Mi ha richiamato il senso del titolo che abbiamo scelto di dare alla recente edizione del Festival della Partecipazione a Bologna: “Presente! Per un futuro partecipato”. Trovo significativo che questi due eventi, con le loro somiglianze e differenze, abbiano in qualche modo sottolineato lo stesso concetto. È importante essere presenti quotidianamente nella cura dei territori e nella costruzione collettiva della risposta ai bisogni, nel valutare le politiche e le scelte, nel pretendere trasparenza e spazi per partecipare a queste scelte, nello sperimentare e condividere pratiche perché possano essere diffuse e proporle alle istituzioni perché diventino strutturali. Esserci oggi, dunque, per costruire il domani».