Pochi decreti ma numerose circolari interpretative utili a leggere la normativa nel modo corretto. In vista della pubblicazione del decreto sul registro unico nazionale, facciamo il punto sui provvedimenti adottati e quelli mancanti.
Il decreto che andrà a disciplinare il funzionamento del registro unico nazionale del Terzo settore (Runts) è in dirittura d’arrivo. Incassato il via libera della Conferenza Stato-Regioni e l’approvazione da parte del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, manca solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Manca poco, quindi, al via libera di un pezzo importante per l’attuazione della Riforma del Terzo settore, in un anno particolarmente difficile a causa della pandemia globale che ha ridefinito priorità e bisogni, anche normativi. Ma qual è lo stato dell’arte dell’impianto normativo ad oggi? Cosa è stato fatto finora?
Nel 2020 si contano 4 decreti approvati, ma le novità non sono poche. Facciamo il punto, decreto per decreto.
Codice del terzo settore, lo zoccolo duro dell’intera riforma
Dei 24 atti normativi previsti dal dlgs 117/17 per il suo completo funzionamento, ad oggi ne sono stati approvati 11. Tra le novità di quest’anno, la pubblicazione a gennaio 2020 del decreto ministeriale che stabilisce i benefici fiscali per le donazioni in natura destinate agli enti del Terzo settore (art. 83 comma 2) e la definizione dei modelli di schemi di bilancio di esercizio per gli enti del Terzo settore (art. 13 comma 3). Oltre al Runts, è in elaborazione anche il decreto che definisce le linee guida per la raccolta fondi (art. 7 comma 2), mentre rimane sospeso il provvedimento su criteri e limiti per esercizio attività diverse (art. 6 comma 1) discusso durante la Cabina di regia della 7 marzo 2019 e, in attesa del parere del Consiglio di Stato e, quindi, della pubblicazione ufficiale.
In questo anno di emergenza, però, se i decreti ufficiali pubblicati sono pochi, il Ministero si è espresso con costanza per sciogliere dubbi interpretativi attraverso numerose circolari. In una nota del 5 febbraio 2020 ha dato indicazioni sulla base associativa degli enti del Terzo settore, ribadendo i limiti per associazioni di promozione sociale e organizzazioni di volontariato che vogliano associare altri Ets o soggetti senza scopo di lucro. La nota apre alla partecipazione alla base associativa degli Ets anche da parte delle imprese, sia singole che associate, anche in forma di controllo. Sempre su governance e controllo, in un’altra circolare il Ministero ha dato indicazioni sulle modalità con cui pubblica amministrazione ed enti esclusi possano acquisire eccessivo potere negli Ets: l’obiettivo è quello di evitare influenze dominanti. Focus anche sull’elezione del presidente nelle imprese sociali. Sulla governance, si apre la possibilità di una gestione monocratica negli enti del Terzo settore ma solo per le fondazioni e, temporaneamente, per associazioni in fase di costituzione. Anche per le imprese sociali è preferibile una governance collegiale.
Altro tema al centro dell’attenzione del Ministero è quello del rapporto tra lavoro e volontariato, la cui incompatibilità è ribadita con forza in una nota del 27 febbraio. La circolare, inoltre, stabilisce i paletti generali sui compensi dei lavoratori nel terzo settore. Sempre sull’importanza di tutelare il valore del volontariato negli enti del Terzo settore, il Lavoro ha specificato in una nota che anche un amministratore di un ente del Terzo settore che svolga il proprio impegno a titolo gratuito, non può ricevere altri compensi.
Chiarimenti anche con una nota del 18 maggio 2020 sull’esenzione dell’imposta di registro per gli atti costitutivi e quelli connessi allo svolgimento delle attività delle organizzazioni di volontariato e sul patrimonio di un’associazione di promozione sociale, iscritta in uno dei registri e contemporaneamente in possesso della qualifica di Onlus.
A fine maggio, arrivano anche indicazioni sull’individuazione nello statuto delle attività di interesse generale da parte delle associazioni affiliate alle reti nazionali.
In generale, si attende ancora l’invio della richiesta di autorizzazione alla commissione europea circa la fiscalità di vantaggio.
Co-programmazione e co-progettazione, la svolta arriva dalla Corte Costituzionale
Si sblocca significativamente l’impasse sul rapporto tra Pubblica amministrazione e Terzo settore creata dal parere del Consiglio di Stato su richiesta di Anac del 20 agosto 2018. Già a fine 2019, il Consiglio di Stato si era espresso sull’affidamenti di servizi sociali, ribadendo che la materia andasse coordinata con il Codice del Terzo settore, allontanando l’ipotesi che sia l’Anac a poter gestire la materia. Arriva a fine giugno 2020, la vera novità sul tema per mano della Corte Costituzionale che con la sentenza n. 131 rigetta il ricorso del Governo alla legge regionale Umbria n. 2 del 2019 di Disciplina delle cooperative di comunità. La sentenza si esprime sulla legittimità dell’amministrazione condivisa realizzata tramite «co-programmazione», «co-progettazione» e «partenariato», sottolineando l’assenza di conflittualità con il diritto euro-unitario.
La conversione del decreto-legge semplificazioni pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 14 settembre 2020, inoltre, introduce nel Codice dei contratti pubblici una serie di misure di coordinamento con il Codice del Terzo settore.
Quali sono le aree già operative
Tra le “caselle” complete, quelle relative all’istituzione di luoghi decisionali dedicati al coordinamento normativo con funzioni di vigilanza, controllo e coordinamento rispetto all’applicazione della normativa prevista per il terzo settore. In particolare, la nomina dei componenti effettivi e dei supplenti del Consiglio Nazionale del terzo settore, la composizione e il funzionamento della Cabina di regia, la costituzione dell’Organismo nazionale di Controllo per i Centri di servizio per il volontariato e la nomina dei suoi componenti, nonché dei relativi Organismi territoriali di Controllo. Definite, inoltre, le disposizioni sul credito di imposta delle Fondazioni di Origine bancaria e le procedure di concessione dei contributi. Procede anche l’area relativa al Fondo art. 72, con la definizione degli obiettivi generali, delle aree prioritarie di intervento e linee di attività finanziabili e delle modalità per l’utilizzo del contributo su ambulanze e beni strumentali. Approvate anche le linee guida per la redazione del bilancio sociale e quelle sull’impatto sociale.
Impresa sociale, un settore ancora fermo
Un ambito fondamentale che però rimane ancora in parte sospeso, è quello disciplinato dal dlgs 112 del 2017 sulle imprese sociali. Su 12 atti normativi previsti, ne sono stati adottati solo 3. Risulta in elaborazione il decreto che definisce le linee guida sulle modalità di coinvolgimento di lavoratori, utenti e altri soggetti (art. 11 comma 3). Tra le norme mancanti, quelle che riguardano i controlli. Al momento, infatti, mentre le cooperative sociali sono sotto la supervisione annuale del Ministero dello Sviluppo economico, le altre imprese sociali non sono sottoposte a controllo.
Sul fronte interpretativo, nel 2020 il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali si è espresso sul tema della perdita volontaria della qualifica di impresa sociale, su fusioni per incorporazione di cooperative sociali e ha ribadito la possibilità che una impresa sociale possa acquisire la forma giuridica di srl semplificata.
Cinque per mille, pubblicato il decreto mancante
È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il 17 settembre 2020, il provvedimento che disciplina uno degli strumenti più diffusi per il sostegno al mondo non profit previsto dal dlgs 111/17. Definiti, quindi, tutti i tasselli, in particolare le modalità di accreditamento, i criteri di riparto della quota del cinque per mille, le modalità per il pagamento del contributo e i termini per gli adempimenti dei beneficiari e, infine, le disposizioni di accelerazione di riparto del cinque per mille in caso di dichiarazioni integrative.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, inoltre, considerata l’emergenza Coronavirus, ha allargato la finestra temporale per l’utilizzo delle risorse antecedenti al 2017 e per rendicontarle. Possibile destinare i fondi alle nuove emergenze.
Servizio civile, manca poco per la piena operatività
Investito di una serie di provvedimenti di adattamento del servizio vista l’emergenza coronavirus in corso, dei 4 atti normativi previsti per l’attuazione completa del dlgs 40/17, ne sono stati approvati 3. Nel 2019 è stato approvato il Piano triennale 2020-2022 e il Piano annuale 2020 per la programmazione del Servizio civile universale (Scu), nel 2020 è stato pubblicato il decreto del ministro per le politiche giovanili e lo Sport che definisce la composizione della Consulta nazionale per il servizio civile e il suo funzionamento.
fonti: CSVnet – Cantiere terzo settore