Il CESV Messina si conferma una realtà fondamentale nel giudizio che il terzo settore dell’Area Metropolitana ha dato rispondendo al questionario-sondaggio predisposto dal CESV.
Il quale, più nel dettaglio, è stato giudicato nel 53,3% delle risposte come importante, nel 40% delle risposte come indispensabile e nel resto delle risposte come utile (voce dissenziente quella di una sola persona che indica il CESV come “poco utile”).
Ottimo e buono i giudizi maggioritari servizio per servizio
Un gradimento, insomma, generale che per di più viene confermato nei giudizi dati sulle diverse attività.
È ottimo per il 49% dei partecipanti e buono per il 28% l’insieme degli impegni per la promozione, l’orientamento e l’animazione territoriale, che comprendono EsserCi Festival, laboratori e concorsi per i più giovani, la “bacheca” in cui si incontrano offerta e domanda di volontariato e le iniziative svolte dai coordinamenti locali di comunità.
La formazione – che include corsi base, laboratori teorico-pratici e workshop, seminari e giornate di studio – è ottima per il 51,6% e buona per il 28,3%.
Le consulenze sono considerate ottime dal 52% dei partecipanti al questionario e buone dal 25,3%.
L’informazione – che corrisponde ai servizi web per gli enti terzo settore, la grafica e la stampa tipografica e l’informazione e comunicazione esterna – è ottima per il 42% e buona per il 32,2%.
E ancora: ottimo per il 51,3% e buono per il 26,9% il servizio di ricerca e documentazione (quindi, bandi e opportunità, modulistica e vademecum, banca dati sulla normativa); ottimi per il 43,4% e buoni per il 27,7% i servizi logistici (postazioni di lavoro, videoconferenze, servizio PEC, attrezzature, stampa e fotocopie); ottima per il 61,4% e buona per il 24,1% la comunicazione istituzionale del CESV (sito web, newsletter, pagine social).
Giudizi e percentuali simili si riscontrano anche quando si parla degli accessi alla fruizione dei servizi resi dal Centro (ottimi per il 51,1%, buoni per il 43%), della professionalità e della disponibilità dello staff (ottima per il 57% e buona per il 34,1%), dei tempi di attesa per ottenere servizi o informazioni (adeguati per il 51,9%, brevi per il 27,4%).
Infine, buona “accoglienza” alle attività da remoto. La modalità on line di erogazione dei servizi deve essere prevista “sempre” per il 48,1% e per alcuni servizi per il 46,7%.
Un terzo settore tra parità di genere e disparità di età
Ma il sondaggio del CESV raccoglie anche altre informazioni. Anzitutto quelle sulla platea di volontari e operatori del terzo settore dell’Area Metropolitana che hanno voglia di impegnarsi proattivamente, anche semplicemente spendendo alcuni minuti per rispondere alle domande del questionario online.
E quel che viene fuori è che questa platea, sufficientemente rappresentativa del settore perché composta da 135 tra associazioni, organizzazioni e altri enti, vede uomini e donne in pari numero, una presenza minoritaria di giovani, una buona distribuzione geografica, una prevalenza di titoli di studio “alti”.
Tra coloro che hanno risposto al questionario, infatti, la divisione di genere risulta pienamente bilanciata: 51,1% gli uomini, 48,9% le donne.
Ed è rispettata anche la composizione per localizzazione con ovvia prevalenza della città capoluogo: le risposte provengono per il 56,3% da Messina e, a seguire, per un secondo posto ex aequo, al 4,4%, Letojanni e Milazzo, e poi terza, con il 3,7%, Barcellona Pozzo di Gotto.
Meno equilibrata è invece la rappresentanza per fasce d’età, con oltre il 75% delle risposte provenienti da persone di età superiore ai 50 anni (esattamente 56,3% con più di 60 anni, 20% dai 51 ai 60 anni). I giovani dai 18 ai 30 anni sono presenti appena per il 4,4%, le persone di età compresa tra 31 e 40 anni sono il 5.9% e il 13,3% sono quelle di età compresa tra 41 e 50 anni.
Collegata alle fasce di età, oltre che alla situazione socio-economica del territorio, sono inoltre la condizione professionale (pensionati per il 41,5%, occupati per il 39,3%, in cerca di occupazione per l’8,9%) e i titoli di studio posseduti (45,2% laurea, 42,2% licenza superiore, 6,7 diploma post laurea, 5,9 licenza media).
Last but not least, oltre ad alcuni cittadini interessati al tema e ad alcuni volontari individuali, ovvero persone che praticano il dono senza appartenere ad alcuna organizzazione, e oltre ad un singolo aspirante volontario, l’89,6% di tutti i partecipanti è attivo nelle realtà organizzate del terzo settore, organizzazioni di volontariato nel 63,2% dei casi, associazioni di promozione sociale nel 25,6% e altri enti di terzo settore nell’8%.
Qual è il loro ruolo in queste realtà? Per il 60,8% a rispondere al CESV sono i legali rappresentanti, per il 22,4% si tratta di componenti degli organi statutari, per il 10,4% di volontari.
Consulenze, formazione e comunicazione le più “gettonate”
Indicazioni preziose per il CESV vengono infine dalle abitudini di “consumo” delle opportunità offerte.
Il terzo settore si rivolge al CESV nella maggioranza dei casi una volta ogni tre mesi (37%) oppure una o due volte l’anno (20,7% per entrambe le situazioni). Sono pochi gli enti che si interfacciano con grande frequenza: una volta a settimana solo il 5,9% del campione e una volta al mese il 21%. E quali sono i servizi più gettonati? Le consulenze (74,8%), la formazione (60,7%), informazione e comunicazione (43%). A seguire: promozione, orientamento e animazione territoriale (28,1%), ricerca e documentazione (16,3%), servizi logistici (14,8%).