I dati siciliani presentati nel corso dell’appuntamento su “Inclusione sociale e povertà” organizzato dalla Conferenza episcopale siciliana all’Università di Messina
Dopo il saluto dell’arcivescovo mons. Giovanni Accolla – delegato CESi per la Carità e la Salute – e del magnifico rettore prof. Salvatore Cuzzocrea, gli interventi di mons. Carlo Maria Radaelli, vescovo di Gorizia e presidente di Caritas italiana, Giuseppe Paruzzo, direttore dell’Ufficio regionale CESi per la Carità e di Emiliano Abramo, presidente della Comunità Sant’Egidio. Modererà l’incontro il presidente della Conferenza episcopale siciliana mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale. La conclusione della riflessione scaturita dagli interventi proposti, che ha posto l’accento sulle povertà vecchie e nuove in Sicilia e come affrontarle, sarà fatta dall’on. Nuccio Di Paola, vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana.
All’interno di 387 centri di ascolto diffusi nel territorio siciliano composto da 1.797 parrocchie in 18 diocesi, nelle 9 province, i volontari della Caritas hanno incontrato 29.000 persone; 35.650 gli interventi. Per la maggior parte hanno riguardato aiuti materiali, innanzitutto alimentari, ma anche la casa o la salute, la consulenza legale, il supporto socio-educativo, l’aiuto nell’orientamento al lavoro e/o alla formazione. Sono alcuni dei dati contenuti nel Report 2022 di Caritas Sicilia presentati nel corso dell’appuntamento su “Inclusione sociale e povertà” organizzato dalla Conferenza episcopale siciliana con il patrocinio dell’Assemblea regionale siciliana che si è svolto mercoledì 14 giugno presso l’Università degli Studi di Messina.
Un confronto a tre voci che testimonia come la questione riguardi tutti e abbia una dimensione anche politica e culturale. Perché i Siciliani fanno fatica: continuano a pagare il prezzo della crisi economica post Covid e lo scotto di un diffuso disagio sociale reso più pungente dalle scarse nascite e dall’emigrazione giovanile. A leggere dati e percentuali, la Caritas rivela che “le famiglie continuano a chiedere aiuto per far quadrare il precario bilancio familiare, malgrado le varie forme di sostegno al reddito”.
Se i dati venissero confrontati con quelli del precedente Report, si potrebbe pensare a un miglioramento: lo scorso rapporto sintetizza gli interventi dei due anni “speciali” del Covid – quindi 2020 e 2021 – che avevano registrato un’impennata straordinaria. Questo miglioramento in rapporto ai tempi di emergenza Coronavirus è una sorta di “falso positivo”: oggi, con il ritorno ad una certa normalità, confrontando i dati con quelli del 2019, quindi dalla “quotidianità” precedente e quella che si sta lentamente ritrovando, si registra un aumento di quasi il 100%.