Giunto alla nona edizione, il Rapporto Bes offre un quadro integrato dei principali fenomeni economici, sociali e ambientali che caratterizzano il nostro Paese, attraverso l’analisi di un ampio set di indicatori suddivisi in 12 domini.
Oggi, giovedì 21 aprile 2022, l’Istat ha presentato, in diretta streaming dall’Aula Magna di via Cesare Balbo, il Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (BES).
Il volume fornisce un quadro complessivo dei due anni di pandemia – il 2020, anno dello shock causato dall’emergenza sanitaria, e il 2021, anno della ripresa di PIL e occupazione – attraverso i dodici domini del benessere analizzati nella loro evoluzione e nelle differenze tra i gruppi di popolazione e i territori.
Il progetto Bes nasce nel 2010 per misurare il Benessere equo e sostenibile, con l’obiettivo di valutare il progresso della società non soltanto dal punto di vista economico, ma anche sociale e ambientale. A tal fine, i tradizionali indicatori economici, primo fra tutti il Pil, sono stati integrati con misure sulla qualità della vita delle persone e sull’ambiente.
A partire dal 2016, agli indicatori e alle analisi sul benessere si affiancano gli indicatori per il monitoraggio degli obiettivi dell’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile, i Sustainable Development Goals (SDGs) delle Nazioni Unite, scelti dalla comunità globale grazie a un accordo politico tra i diversi attori, per rappresentare i propri valori, priorità e obiettivi. La Commissione Statistica delle Nazioni Unite (UNSC) ha definito un quadro di informazione statistica condiviso per monitorare il progresso dei singoli Paesi verso gli SDGs: oltre 230 indicatori sono stati individuati.
I due set di indicatori sono solo parzialmente sovrapponibili, ma certamente complementari (si veda il quadro degli indicatori Bes inclusi nel framework SDGs).
Fonte: Istat